I popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare l'olivo e la vite


Tucidide



Vi è un luogo nel mezzo dell’Italia, sotto alti monti, ricordato in molte bocche, nobile e di fama, le Valli Amsancti: un folto bosco, circonda da ogni lato l’entrata, e nel mezzo un torrente rumoroso da un suono di sassi e di un percorso tortuoso. Qui si mostrano l’orrenda caverna e gli ingressi alla terribile Dite, e una grande voragine avrebbe aperto le pestifere fauci al traboccante Acheronte, che precipitata Erinne,odiato dio, alleggeriva cielo e terre.


Virg., Aen. VII 563‐571


Plinio ne parla come di un “luogo sacro dedicato a Mephite”

Nat. Hist. III 16 109

L’ azienda si trova a Villamaina, nelle vicinanze delle antiche Terme di San Teodoro, immersa nella Valle d’Ansanto, zona decantata da Virgilio nell’Eneide.


Si tratta di una depressione del terreno con un laghetto ribollente, emanante composti solforati che invadono l'intera vallata e conferiscono all'aria che si respira il tipico odore; trasportati dal vento, si disperdono sulle colline circostanti entrando nella catena alimentare dei soggetti che vivono nell'area. Un famoso filosofo che viaggiò in Italia agli inizi del ‘700 e venne a visitare la Valle d’Ansanto è George Berkeley. Vide questi luoghi nel 1717 così descrivendoli: “Da Frigento, dove abbiamo pranzato, siamo scesi per tre miglia, attraversando boschi, grano, pastura, all’Amsancti Lacus, triangolare, biancastro, maleodorante, con un perimetro di circa 40 passi”.



Una testimonianza più dettagliata è data da Henry Swinburne,


nobile intellettuale inglese, nel suo “Viaggio nel Regno delle Due Sicilie”, un diario di viaggio in Italia meridionale scritto tra il 1777 e il 1780. Così descrive il Bosco della Valle d’Ansanto:
“Il fondo della valle è spoglio e arido; nella parte più bassa, chiuso da una delle colline, c’è un laghetto ovale di acqua melmosa color cenere, con un diametro non superiore ai cinquanta piedi. Ribolle in diversi punti con grande impeto in attacchi irregolari, che sono sempre preceduti da un suono sibilante. Molte volte l’acqua è gettata all’altezza della nostra testa in direzione obliqua, ed ha formato un vortice intorno, come un catino, per contenerla non appena cade. Una grande quantità di vapore è gettata continuamente fuori con gran rumoreggiare (…).Le pietre sul terreno degradante, che si affaccia sopra la pozza d’acqua, sono quasi gialle, essendo tinte da vapori sulfurei e dal cloruro d’ammonio. Un odore nauseabondo, proveniente dal vapore, ci costrinse a girarci in direzione del vento e a respirare aria pura per evitare di soffocare. L’acqua è abbastanza insipida sia di sapore che di colore; l’argilla ai margini è bianca, e viene trasportata in Puglia, per strofinarla sulle pecore scabbiose, e per questo motivo il laghetto è dato in affitto per cento ducati l’anno. (..”).


Mefite

Brulla la terra, acrre l'odore,
mugugni ferali d'acque torbide
borboglianti nel nudo scavo lacustre.
Un'aria plumbea scolora il sole
che, debole, getta una luce sinistra
sull'anima turbata e quì partecipe
del transito della vita verso il nulla.
S'ode quì la cupa voce del silenzio
e lontano il tumulto della vita.
Un monito qui raccoglie il cuore
nel tremolio di un fiore appena nato
sul declivio desolato della terra,
che resiste al vento della morte
e poi, secco, nell'orrido precipita.

Salvatore Famiglietti